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II1NOLI - 6/7 giugno 2009
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CENNI STORICI


NOLI CENNI STORICI

Noli è uno dei centri medievali di maggior interesse storico ed artistico della Liguria e ciò non solo perché ha mantenuto pressoché intatta l'antica struttura dell'impianto urbano all'interno delle mura di cinta, ma anche per l'importanza storica ed economica che ha ricoperto durante tutto il Medioevo nel Ponente Ligure. Il nome "Noli" testimoniato nella forma "Naboli" nei documenti più antichi del 1004 e 1005 deriva certamente da una forma "neapolis" cioè "città nuova" di chiara derivazione greco-bizantina. Anche i dati storici ed archeologici fino ad ora studiati confermerebbero quest'ipotesi. Noli avrebbe quindi avuto, insieme al centro vicino e coevo di Varigotti, il ruolo di importante base di appoggio nella difesa della Liguria costiera. In mancanza di documenti scritti dei secoli più antichi, sono stati gli scavi archeologici che ancor oggi si effettuano nell'area della chiesa protoromanica di San Paragorio, a fornire la prova di una continuità di vita anche in periodo longobardo e poi franco. Si sa che per tutto il periodo altomedievale Noli ha fatto parte, con Varigotti, di un "comitatus" autonomo e che, in seguito allo smembramento dell'Impero carolingio, viene inserita nella Marca Aleramica sotto il dominio dei Marchesi di Savona - Del Carretto. L'abilità dei suoi mercanti e dei suoi naviganti, che le permette di organizzare molto presto una propria flotta autonoma e molto efficiente, la pone al livello delle marinerie più antiche come Genova, Savona, Albenga. Il progressivo sviluppo e la sua sempre maggiore potenza economica consentono a Noli di partecipare, a pieno titolo, alla Prima Crociata (1099) traendone notevoli ricchezze e privilegi come dimostrano i trattati (conservati negli archivi storici di Genova) stipulati con Tancredi e Boemondo. principi di Antiochia, e con Baldovino re di Gerusalemme. Grazie a questa prosperità economica Noli riesce, nel corso del secolo XII, ad affrancarsi dai Marchesi del Carretto, acquistandone, gradatamente, gli antichi diritti marchionali fino a quando, con atto rogato nella chiesa di S. Paragorio, Enrico II del Carretto li cede definitivamente al Comune. La tradizione vuole che questo evento così importante sia avvenuto il 7 agosto 1193; recenti studi hanno, invece, potuto retrodatarlo al 1192. La piena emancipazione della città viene confermata da Enrico VI di Svevia che, con diploma del 1196, convalida i diritti ed i privilegi acquistati dai Nolesi. Ciò porta Noli a divenire, subito dopo Genova e Savona, Comune libero ed indipendente retto da propri consoli eletti tra tutti i "capi di famiglia". Nata la Repubblica marinara di Noli, era necessario dare una forma organica agli ordinamenti del libero Comune formulando degli Statuti: questi sono ancora oggi tra gli ordinamenti comunali più antichi della Liguria. Stretta, però, tra il più potente Comune di Savona ed il Marchesato di Finale - ghibellini e da sempre suoi nemici - Noli, guelfa, avrebbe avuto molte difficoltà ad espandere i propri traffici marittimi. Il libero Comune sceglie, con intelligenza, di allearsi con la più importante Repubblica di Genova. Le antiche pergamene conservate nell'Archivio storico del Comune di Noli comprovano, insieme alle altre vicende storiche della Repubblica, anche i trattati di alleanza stipulati con Genova dai quali emerge chiaramente che Noli, già dal 1202, fu sempre "alleata paritaria"e mai "succube" della Repubblica genovese.

LE TORRI

Le torri costituiscono il carattere saliente dell'assetto urbanistico della Noli medioevale; si tratta di costruzioni di notevole interesse storico ed architettonico edificate tra il XII ed il XIV secolo, giunte a noi in misura ridotta sia per numero che per dimensioni. Le modificazioni urbanistiche, le distruzioni, i riadattamenti ed i restauri degli ultimi secoli ne hanno trasformato sostanzialmente l'aspetto e la struttura; private della parte superiore, incorporate nei fabbricati attigui, addossate a strutture posteriori, le torri hanno subito le conseguenze delle alterne vicende politiche ed economiche della città. Esaurita la funzione di controllo e protezione delle mura, le torri vengono intonacate e mozzate all'altezza delle case adiacenti, fornendo così partite di mattoni da reimpiegare in altre costruzioni.

LE CASEFORTI

Studiando la loro collocazione in un contesto edilizio medioevale, è riscontrabile la loro ricorrente posizione d'angolo strategica per il controllo del percorso ( unica funzione in comune con quelle molteplici delle torri). La loro esistenza è documentata in un "lodo arbitrale" del 1170. Similmente alle torri, queste presentano un alto basamento in conci di porfiroide verde del "Sino" di grandi dimensioni lavorati a "bugno". L'ingresso rialzato rispetto alla quota stradale è affidato ai portali con architrave e lunetta, sormontato da un arco ogivale a due o più conci. La dimensione ricorrente dell'edificio, è di circa 6 metri di fonte per 7 metri di profondità. Planimetricamente questi elementi si manifestano nettamente differenti dalle torri, le quali sono a base quadrata di circa metri 5x5, delimitando al loro interno un ambiente ridotto non idoneo alle esigenze abitative. Nelle torri oggi esistenti, non vi è traccia delle scale in muratura: l'accesso ai piani superiori avviene tramite un sistema di botole e scale a pioli facilmente ritraibili ( stesso sistema era adottato nelle torri di Albenga). Le CASEFORTI si distinguono anche per lo spessore dei muri, superiore a quello delle altre abitazioni medioevali, ma inferiore a quello delle torri.


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